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Le vie del teatro sociale - intenso il programma del fine settimana

Le vie del teatro sociale

da cinque regioni idee, spettacoli e progetti a confronto

entra nel vivo a Novafeltria il  festival nazionale “Scene di frontiera”


intenso il programma del fine settimana

Dopo il significativo successo di giovedì sera dello spettacolo “Il bosco incantato” che ha sancito l’esordio della compagnia di teatro integrato di Novafeltria e le presentazioni delle opere “Incontri” dello Stalker Teatro di Torino e “Medea Circus” della compagnia Alcantara di Rimini nella giornata di venerdì, si passa alle due giornate conclusive del Festival “Scene di frontiera” diretto da Vito Minoia, ricche di appuntamenti con gruppi ed operatori teatrali e culturali provenienti da Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Sicilia.

Sabato 13 giugno si inizia alle 14.00 al Teatro Montefeltro con un laboratorio dimostrativo al quale ci si può iscrivere (la partecipazione è gratuita) o si può assistere come uditori (tel. 339 1333907). A comunicare la propria esperienza sarà Piero Ristagno, poeta e regista catanese da circa venti anni impegnato in esperienze di teatro con sordomuti, persone Down, persone con forme diverse di disagio psichico.Il Laboratorio intende promuovere l’esperienza del sentire attraverso il gioco e la poesia; un’esperienza in relazione alla natura delle visioni interne ed esterne, proprie ad ognuno, quali fonti per giungere a dimensioni, direzioni, figure e figurazioni delle emozioni. La metafora qui diventa un’ esperienza fondamentale del conoscere umano, scoprendo ed al tempo stesso producendo nuovi aspetti del reale. Alle 16.00 appuntamento con la Tavola Rotonda “Le vie del teatro sociale”, alla quale parteciperanno referenti delle compagnie ospiti (si aggiungerà anche il gruppo “Fuorixcaso” proveiente da Cuneo) mostrando filmati e confrontandosi intorno alle proprie visioni metodologiche. Per l’occasione sarà presentato al pubblico il numero doppio 49/50 della Rivista Europea “Teatri delle diversità” diretta da Emilio Pozzi, con un significativo inserto dedicato a Jerzy Grotowski, Maestro polacco, scomparso dieci anni fa a Pontedera, al quale tanti operatori del Teatro Contemporaneo fanno riferimento per gli aspetti innovativi del suo “Teatro povero”, alla base degli studi di antropologia teatrale più recenti.

Alle 18.00, in Piazza, sarà la volta della compagnia Extra Vagantis con la performance “…C’è un filo rosso che ci lega…” . E’ un filo rosso che costringe a terra una donnaaquilone e che si tende, sulla vertigine dell’altezza, in un rischioso passaggio. Si tratta della metafora della nostra inquieta specie di persone ‘a rischio’. “La nostra vita non assomiglia forse ad una scomoda (pericolosa) traversata sul filo?” Questo ed altri interrogativi nell’azione del gruppo dei venti attori di Imola.

 

Alle 21.00, sempre al Teatro Montefeltro, si prosegue con lo studio scenico “Medea” della compagnia Diesis Teatrango di Arezzo. “L’incontro con la Medea di Christa Wolf ci rivela, con sorprendente e calzante attualità, una versione dove il racconto così come lo conosciamo diviene una narrazione ‘mediatica’ funzionale alle strutture di potere e alle loro necessità di sostenersi. In un potente processo di omologazione e livellamento culturale” (dalle note di regia di Piero Chierici).  Medea, la donna straniera i cui usi e costumi mal si conciliano con le necessità di normalizzazione, diviene il nemico, minaccia per la sicurezza.

 

Nella giornata conclusiva del Festival è programmato un altro importante evento con la regia di Vito Minoia e la collaborazione poetica e drammaturgica di Piero Ristagno. Si tratta dello spettacolo del Teatro Aenigma “La parola restituita”, iniziativa dedicata al Trentennale della Legge 180 a conclusione di un percorso di creazione artistica con fruitori dei Servizi di Sollievo negli Ambiti Territoriali Sociali di Fano e Fossombrone. Il titolo dell’opera trae spunto da un recente testo pubblicato da Nico Pitrelli, nel quale Franco Basaglia viene ricordato come “l’uomo che restituì la parola ai matti”. In scena si ricrea il clima degli anni della trasformazione per la chiusura dei Manicomi attraverso il ricordo di vere e proprie ‘cronache del cambiamento’. Nel lavoro trovano spazio immagini di repertorio sulla prima esperienza espressiva che generò a Trieste la prima forma di ‘istituzione aperta alla partecipazione collettiva’, sperimentata da Basaglia insieme a Giuliano Scabia ed altri artisti, unitamente a pagine di diario ricostruite in forma romanzata da Agnese Mancini, che recupera la biografia di una giovane donna della provincia marchigiana vittima dello stigma impresso dalla propria comunità di appartenenza.

 

Per ulteriori informazioni sull’intenso programma del Festival:  <link http: www.comune.novafeltria.pu.it>www.comune.novafeltria.pu.it

Ufficio Stampa Teatro Aenigma

Romina Mascioli – tel. 3336564375

 

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